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  • Maestri
  • di Giovanni Catemario
  • 09-09-2021
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Swami Sivananda (1887 – 1963)

SivanandaLa sua missione: servire l’umanita’

Swami Sivananda (1887–1963) fu uno dei grandi maestri yoga dell’India. Nella sua vita perseguì due carriere, quella di medico di successo e quella di yogi e saggio. Il suo lavoro fu sempre rivolto al servizio del prossimo: “Qualsiasi tipo di lavoro servisse a curare e alleviare le sofferenze umane, mi ha sempre riempito di grande gioia”. Per lui servire fu “espressione d’amore“. Dopo un inizio come medico in India, si trasferì in Malesia dove migliaia di lavoratori indiani vivevano in condizioni molto precarie. Come direttore di un ospedale locale, passò la maggior parte del suo tempo curando i poveri che avevano più bisogno del suo aiuto. Non solo curò gratuitamente i malati, ma si fece conoscere come quello che rimandava a casa i malati con abbastanza soldi per pagarsi il tempo perso nel viaggio.

 

La ricerca della felicita’ duratura

La sensazione di avere uno “scopo più alto” nella vita fu sempre in fondo all’anima del giovane dottore. In mezzo ai fugaci e confusi piaceri della vita, egli vedeva una forma più alta di felicità e pace durature. La sofferenza fisica e mentale che osservava nella gente che incontrava gli causava profonda tristezza.  Attraverso gli insegnamenti della filosofia vedanta a poco a poco comprese il fine vero della vita. Il suo più profondo desiderio diventò quello di seguire “il cammino dei saggi” e di aiutare la gente, non solo sul piano della salute fisica, come prima, ma anche sul piano mentale. Per dedicare la sua vita completamente allo yoga, rinunciò al mondo e passò molti mesi in totale povertà, da monaco itinerante, trovando la sua strada nella solitudine dell’Himalaia. Lì praticò in modo intensivo lo yoga e la meditazione e arrivò all’auto-realizzazione.

 

 

Lo yoga della sintesi

Nel suo ashram di Rishikesh, il Divine Life Society, Swami Sivananda insegnò un modo di praticare lo yoga che integrava tutti i sistemi conosciuti. Questo yoga, detto della sintesi, è la base dello yoga praticato oggi in occidente. A Rishikesh formò molti studenti di eccezione, che sarebbero poi stati fondamentali nel creare l’eccellente reputazione che lo yoga classico ha oggi in tutto il mondo.  Nel 1957 ordinò a uno dei suoi discepoli più stretti, Swami Vishnudevananda: “Vai in occidente. La gente ti aspetta” e lo mandò prima in America e poi in Europa per diffondere gli insegnamenti dello yoga.

 

 

Il dono piu’ grande e’ la conoscenza

L’altra missione di Swami Sivananda fu la scrittura. Lo scrivere gli permise di fare qualcosa di duraturo per la gente. Il suo scopo fu quello di disseminare il più possibile la conoscenza spirituale. Per lui il dono del sapere era sempre il dono più grande. La carta stampata era più importante del pulpito, perchè le parole sentite si dimenticano facilmente, mentre quelle scritte restano. Continuò la sua missione fino alla fine della sua vita, pubblicando più di 200 libri su tutti gli aspetti dello yoga.

 

 

Studenti in tutto il mondo

Swami Sivananda scrisse tutti i suoi libri in inglese perchè così era in grado di raggiungere un vastissimo pubblico in tutto il mondo. Ebbe un’intensa corrispondenza con centinaia di suoi studenti provenienti da tutte le parti del  mondo, i quali si rivolgevano a lui in cerca di consigli e risposte. Così, dalla sua semplice casa sulle rive del fiume Gange nell’Himalaia, Swami Sivananda diffuse la luce della conoscenza divina in tutti gli angoli della terra.

 

 

Il potere duraturo del suo pensiero

Swami Sivananda, questo grande saggio del ventesimo secolo,vive ancora. Vive nei suoi libri, fra i suoi discepoli, nell’atmosfera dei suoi centri ashram. Swami Sivananda fu un principe fra gli uomini, un gioiello fra i santi. Aiutare amare furono gli strumenti che usò per conquistare il cuore degli uomini. Swami Sivananda non fondò una nuova religione, non sviluppò nuove regole etiche e morali. Invece, aiutò gli indù a diventare indù migliori, i cristiani migliori cristiani, i mussulmani migliori mussulmani. Nei pensieri, nelle parole e nelle azioni di Swami Sivananda c’era un potere infinito; il potere divino della verità, della purezza, dell’amore e della volontà di servire e aiutare il prossimo.

 

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